Il rumore della felicità lo conosco, ed è il brusio delle persone in fiera, da cui si stacca la voce di un amicə o di qualcunə con cui iniziare una conversazione; è l’attenzione di quando racconto i mandala a chi non li conosce ancora.
Ma la gioia, che rumore fa? E soprattutto, perché mi è più simile? Che differenza c’è fra felicità e gioia?
Dentro al cuore, in connessione con il mondo
La felicità è un bilancio fra alti e bassi. Quando mi chiedono se sono felice, misuro a spanne, sommo, e se quello che esce è più di quello che mi aspetto, allora rispondo di sì.
Rischio sempre di confondere la felicità con il possesso delle cose, o con il raggiungimento degli obiettivi. Ho scoperto che non sono l’unica: qualche economista ha provato anche a misurarla, la felicità… ma per fortuna non è arrivato ancora a un numero univoco! La gioia invece sfugge alle misure, perché viene da dentro, illumina volto e occhi, e si irradia tutto intorno. È connessione con qualcosa di più grande, che sta fuori di noi e vibra in risonanza con il cuore.
Perciò il rumore della gioia non può che essere il silenzio del raccoglimento, come quando un abbraccio ti avvolge.
In fiera non è facile creare questo silenzio speciale, con le persone che passano, chiedono, giustamente interrompono e interagiscono. Ogni tanto però ci riusciamo, e inizia la magia.
Il respiro si fa regolare, i movimenti si distendono, dalle strisce di carta nascono piccoli elementi, che si combinano a creare qualcosa di bello e nuovo.
Credo che sia questo il vero segreto: i mandala trasmettono armonia, regolarità attorno al cerchio e varietà di forme, consonanza di colori anche nei contrasti. Creano un filo diretto tra le mani e il cuore, combinano opposti e somiglianze. Trasformano semplicemente la felicità di un momento in gioia duratura.
I vostri messaggi mi raccontano che lo sentite, e questo è la cosa più bella.
Notizie dal giardino
Dopo tanto aspettare, pare che stia veramente arrivando l’autunno con i suoi colori vivaci. So già che durerà pochissimo, e poi ci tufferemo nell’inverno… ma intanto godiamoci questi momenti!
Quante cose ci sono in uno scorcio di prato? Il caldo che fa ancora fiorire il tarassaco, le varietà e le trasparenze delle foglie dell’albicocco, ma soprattutto questo sfondo strano, dove manca del tutto l’erba.
Eh già, proprio mentre sfogliavo cataloghi cercando qualcosa che resistesse all’estate, la natura si è organizzata da sola, riempiendo il prato con queste foglie carnose e tenere, che hanno soppiantato l’erbetta inglese tanto avida d’acqua. È un bene o un male? Ve lo dico l’anno prossimo…
Spesso nelle stories di Instagram ti parlo del mio giardino, perché mi riserva sorprese in ogni stagione, e prendermene cura (anche se troppo poco, e a fasi alterne) mi aiuta a rallentare e radicarmi alla terra. Seguimi per saperne di più, o leggi le mie storie passate!
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